Si è svolto oggi a partire dalle 8 della mattina il primo presidio di denuncia dell'operato di Italia lavoro, Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che tradendo la sua mission ha lasciato a casa decine di lavoratori e lavoratrici.
Più di un centinaio di persone (dipendenti e precari) si è fermato oltre due ore in solidarietà con la protesta in corso. Nonostante la richiesta formale da parte delle rappresentanze sindacali interne, l'Azienda, dopo un timido tentativo malriuscito, non ha concesso l'incontro richiesto quanto meno per recepire le istanze poste in essere dai lavoratori e dimostrare una volontà interlocutoria.
Dal canto nostro infatti consideriamo le rescissioni anticipate dei contratti in essere un atto grave ed illegittimo e per questo chiediamo che si apra un tavolo di confronto per il reintegro dei lavoratori e delle lavoratrici ‘licenziati’.
Come chiediamo anche che venga ridiscusso il regolamento interno che prevede il limite temporale dei 36 mesi, lasciando nella precarietà centinaia di lavoratori e lavoratrici.
Inoltre, anche con quanti ci hanno portato la loro solidarietà, torniamo a chiedere trasparenza nella gestione dei soldi pubblici e nel reclutamento delle 'risorse umane' in particolare per un ente/azienda di questa natura che progetta, gestisce e coordina a livello nazionale le politiche attive del lavoro e il famigerato welfare to work.
Per questo la nostra mobilitazione proseguirà nelle forme e nei modi che comunicheremo, convinti di pagare sulla nostra pelle le drammatiche conseguenze dello smantellamento del sistema dei diritti sul lavoro e della mancanza, soprattutto per noi precari, di ammortizzatori sociali, di politiche attive e, in generale, di un welfare universale e inclusivo.
I lavoratori e le lavoratrici ‘licenziati’ da Italia Lavoro
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