giovedì 12 maggio 2011

Anche nella Regione Lazio strage di precari a seguito del collegato al lavoro

Sviluppo Lazio
Sviluppo Lazio è una agenzia strumentale della Regione Lazio, interamente a capitale pubblico  e holding della rete delle agenzie regionali. Offre assistenza tecnica, assumendo anche il ruolo di organismo intermedio, per molti dei programmi finanziati con fondi regionali e per l’attuazione del POR, piano operativo delle politiche europee sostenute attraverso il FESR (fondo europeo di sviluppo regionale).
Non è quindi un’azienda che opera sul mercato in regime di libera concorrenza, con conseguenti rischi di impresa, ma una società in-house, strumentale, con unico committente pubblico che esercita sull’agenzia un controllo funzionale “analogo” a quello esercitato sui propri servizi (come deve essere per legge).

I precari di Sviluppo Lazio
Il personale impiegato da Sviluppo Lazio conta oltre 200 persone con una quota di precari, con contratti a tempo determinato, a progetto o a p.iva, che raggiunge una percentuale intorno al 50%. Di gran lunga superiore alla media nazionale e del tutto ingiustificata in considerazione del ruolo svolto dall’azienda e dell’assetto societario.
Nel corso degli anni molti di questi contratti sono stati rinnovati senza mai una politica reale di stabilizzazione. Si è giunti così al paradosso di avere “collaboratori” con una anzianità di pluriennale, aggiungendo al disagio di non poter programmare il proprio futuro, quello di non vedere riconosciuta alcuna crescita interna.
La Giunta Polverini e il collegato lavoro
Ma non basta. Con la nuova giunta Polverini, la situazione dei precari di Sviluppo Lazio si è notevolmente aggravata, con sospensioni sempre più lunghe, da 2 a 6 mesi, fino al dramma della perdita del posto di lavoro. Sono circa venti le persone che non hanno visto rinnovato il loro contratto ed è probabile che altri, in scadenza nei prossimi mesi, si aggiungano alla lista.
Con l’approvazione del cosiddetto Collegato lavoro, che imponeva il 23 gennaio 2010 come termine ultimo per impugnare tutti i contratti già scaduti al momento di entrata in vigore della legge,  molti hanno presentato una lettera cautelativa per bloccare tali termini e difendere i propri diritti. Decisione che non ha mancato di suscitare risentimento nella direzione aziendale e deterioramento dei rapporti tra collaboratori e dirigenti.
È quasi superfluo aggiungere che l’azienda ha sempre negato qualsiasi contrattazione sia in forma individuale che collettiva con i precari, lasciando sistematicamente i precari nell’incertezza riguardo il proseguimento della collaborazione. Negando perfino una qualsiasi forma di comunicazione diretta che informasse l’interessato delle decisioni assunte.
Le nostre istanze
Noi, i precari di Sviluppo Lazio, ci sentiamo a pieno titolo parte dell’Azienda. Noi precari di Sviluppo Lazio vogliamo vedere riconosciuti i nostri diritti senza vederci costretti a procedere per vie legali e senza costringere i nostri colleghi a testimoniare contro l’azienda in nostro favore.
Noi precari di SL vogliamo continuare a lavorare con le stesse tutele e garanzie, ma anche con gli stetti doveri degli altri dipendenti. Noi chiediamo che venga riconosciuta la nostra professionalità e venga attuata una politica seria di stabilizzazione, con criteri di anzianità e di merito, che premi il nostro lavoro e la nostra competenza.
Noi precari di Sviluppo Lazio chiediamo alla Presidente Renata Polverini, persona che conosce il mondo del lavoro attraverso la sua precedente attività di sindacalista, di prendere atto con piena considerazione della nostra esperienza maturata nel corso degli anni. Non chiediamo favori o favoritismi, chiediamo di essere considerati colleghi, lavoratori validi e disponibili ad affrontare e a condividere le nuove strategie politico-economiche per lo sviluppo della nostra regione.
Da anni tutti noi prestiamo il nostro lavoro con la stessa professionalità e passione dei nostri colleghi dipendenti. Abbiamo orari di lavoro e svolgiamo mansioni in tutto e per tutto identici a quelli dei dipendenti, lavoriamo in staff nel rispetto delle gerarchie e delle direttive regionali.
Da anni svolgiamo i nostri compiti senza vederci riconosciuto alcun avanzamento, senza poter sperare in una pensione decente, senza poter programmare una settimana di ferie, senza poterci ammalare, sotto la minaccia continua di trovarci da un giorno all’altro senza lavoro e senza dignità.
La giunta Polverini è intervenuta bloccando tutte le attività di Sviluppo Lazio, cioè del principale strumento regionale per l’attuazione delle politiche comunitarie, per la gestione dei fondi europei destinati  all’innovazione, all’ambiente, alla cultura, alla coesione sociale. Fare questo significa rinunciare allo sviluppo della Regione, sprecare risorse pubbliche, deprimere il mondo produttivo e il tessuto sociale. Significa la perdita di posti di lavoro.
Paradossalmente molti collaboratori storici di Sviluppo Lazio non hanno più un lavoro a causa dello ‘stop’ a qualsiasi rinnovo imposto unilateralmente e ingiustificatamente da questa Giunta regionale.
Per questo ci rivolgiamo alla presidente Renata Polverini, perché non contraddica la sua  eredità sindacale, perché dimostri ai suoi elettori di saper premiare il lavoro e non di volerlo mortificare, perché non decida secondo ottiche elettorali o di partito, sostituendo i lavoratori con nuovi consulenti che non hanno nessuna confidenza con il sistema amministrativo e produttivo regionale, ma sappia costruire un modello di amministrazione pubblica condiviso e condivisibile.

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